lunedì 21 gennaio 2013

"Nascita Naturale" tra parto in casa, doule e Lotus Birth

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Da poco sono entrata in contatto con un'associazione che promuove la "Nascita Naturale" attraverso una delle fondatrici che, a pelle, non mi ha fatto una buona impressione.
Quindi, devo ammetterlo..forse sono partita un pò prevenuta quando ho dato uno sguardo ai seminari che l'associazione sta organizzando in città.Ma più leggevo e più le mie perplessità crescevano. Si va dai corsi di danza del ventre in gravidanza, ai percorsi poetici e teatrali, alle testimoninze delle donne che hanno deciso di partorire in casa, per arrivare a parlare delle doule (una sorta di "assistenti alla maternità") e della cosiddetta "Lotus Birth".
Premetto che non sono una sostenitrice del parto in casa, come ho avuto modo di dire anche commentando un post di diarista. Per esperienza personale credo che se è vero che la gravidanza è un evento naturale, è anche vero che da un momento all'altro durante il parto può accadere qualcosa di imprevedibile che può mettere a rischio non solo la vita della mamma ma anche quella del nascituro. In quel momento è importante che ci siano dei medici e chirurghi che possano intervenire..così come sarebbe auspicabile la disponibilità di una sala rianimazione. Questo è ancora più vero se si considera che oggi le mamme quarantenni sono molto più numerose rispetto al passato e, come si sa, l'età è un fattore di rischio non indifferente.
Poi c'è chi dice "Anche in ospedale si muore"  e "Se deve succedere succede". Ok, ma vogliamo dare ai nostri figli una chance in più di vivere se dovessero subentrare delle complicazioni?
A volte penso che chi fa queste scelte non si è mai trovato di fronte a certe situazioni nella sua vita e quindi le compie perchè non sa..non immagina quello che potrebbe accadere. D'altronde, quello che siamo e quello che pensiamo è condizionato dalle nostre esperienze, dal nostro vissuto.

Sul web spopolano le associazioni, come quella di cui parlavo, che sostengono la "nascita naturale". Cosa s'intende per "naturale"? Una nascita non medicalizzata? vissuta tra le mura domestiche? Non solo..
Queste associazioni propongono spesso che la donna venga accompagnata al parto da una doula, una sorta di assistente che dovrebbe prendersi cura della madre durante la gravidanza e subito dopo il parto.  Questo ruolo, se non poteva essere svolto dalla madre della partoriente, un tempo veniva svolto dalle donne della famiglia allargata e dalle vicine di casa. Ma nella società odierna le famiglie allargate stanno scomparendo e i vicini di casa..spesso neanche si conoscono.
Ecco perchè, la figura della doula che prepara la madre a vivere coscientemente la propria maternità, potrebbe essere importante. Tuttavia..la mia vocina mi dice che qualcosa non torna.
Io penserei queste figure come delle volontarie con  competenze specifiche in psicologia o, comunque, con una grande esperienza alle spalle anche come educatrici-puericultrici o semplici mamme. Ma dovrebbero svolgere questo servizio per la comunità, per il solo piacere di fare qualcosa di importante: aiutare le donne a vivere nel migliore dei modi la propria ri-nascita (ovvero il momento in cui  diventano madri).
Ma spesso non è così.
Se si va a scavare sul sito di una delle associazioni di doule, presenti sul web, si trova di tutto. Ci saranno senz'altro le assistenti brave e competenti ma anche quelle che propongono di accompagnare il parto con canti o riti sciamanici. Quelle che compensano il fatto di non avere certificazioni in allattamento (ma l'allattamento non dovrebbe essere la cosa più naturale del mondo??) con la competenza sul campo perchè allattano ininterrottamente da 6 anni..  e quelle che sono in grado di dare utilissimi e gettonatissimi consigli sulle modalità di utilizzo di pannolini lavabili (ah bè..qui si che ci vuole la certificazione!).
Tutto questo mi trasmette una grande tristezza perchè nella nostra società si mercifica qualunque cosa ed esperienza.
Io sono stata abituata ad una famiglia allargata in cui si condivideva tutto.Oggi purtroppo molte di queste persone non potrebbero essermi vicine se dovessi partorire. Non so se potrei accettare l'idea di pagare per poter avere qualcuno al mio fianco, durante questo percorso. In ogni caso, non potrebbero vendermi nessun "rito propiziatorio" al parto. Preferirei farmi fare i tarocchi da una chiromante: perchè almeno lei mi venderebbe quello per cui pago. Non potrei neanche mai pagare qualcuno che mi offre consigli spiccioli su come utilizzare i pannolini lavabili o su come decidere se e quando mettere a letto mio figlio...

Altra cosa di cui personalmente fatico a capire il senso è la pratica del Lotus Birth, ovvero: la nascita con la placenta. Queste associazioni propongono alle madri di non far recidere il cordone ombelicale ai propri bimbi..per non "amputarli". Il bimbo resta dunque attaccato alla placenta tramite il cordone ombelicale, fino a quando quest'ultimo non si secca e cade. Si sostiene che il distacco avverrebbe in modo naturale quando entrambi, bimbo e placenta, "decidono sia giunto il momento della separazione" (non sapevo che la placenta potesse pensare!)
Ma che cos'è la placenta? Sugli stessi siti dove la pratica del Lotus Birth viene proposta, si legge che "Nell' utero, la placenta svolge le funzioni di polmoni, reni, fegato, apparato digerente, ghiandola endocrina e pelle. Il sangue affluisce a questi organi in forma minima fino a quando il bambino compie il primo respiro: sino ad allora, placenta e bambino sono una cosa sola.
E' grazie alla placenta che il bambino nell' utero si sviluppa e cresce
".
Dunque, una volta che il bambino è fuori dall'utero, la placenta non ha esaurito la sua funzione? Bè, a quanto pare no. Il bimbo riceverebbe tramite il cordone il "sangue placentare", utile per il suo sistema immunitario, inoltre, il contatto con la placenta servirebbe a completare il suo "corpo eterico". I bambini nati con Lotus Birth avrebbero un' aura più sviluppata degli altri..ma dato che la maggior parte di noi non può vedere l'aura..ci dobbiamo fidare.

Naturalmente, non c'è alcuno studio scientifico che attesti l'utilità di tale pratica e, anzi, poichè sia la placenta che il cordone ombelicale sono organi in cui non circola il sangue..non reciderli comporta un alto rischio di infezione. Ma, ancora, si sostiene che per evitare tale rischio, sia sufficiente salare i tessuti, lavarli (con un colino!!)e asciugarli molto bene..con tutte le raccapriccianti conseguenze che ne derivano.

Comunque, a sostegno della validità di tale scelta, si portano ad esempio gli scimpazè che, a differenza di quanto fanno gli altri animali che recidono con i denti il cordone, lasciano che la placenta si stacchi da sè.

Ho letto bene? Quindi noi dovremmo prendere ad esempio gli scimpazè?
Cioè le teorie sull'evoluzione della specie ci fanno una pippa giusto?

Io dovrei voler somigliare agli scimpanzè?Con tutto il rispetto che ho per il mondo animale, la cosa mi lascia ancora qualche perplessità.

Penso di aver letto abbastanza.

Se dovessi restare nuovamente incinta, al momento  del parto datemi il mio letto d'ospedale e un bravo ginecologo. E che al mio bimbo venga reciso il cordone ombelicale please.

23 commenti:

  1. La penso esattamente come te.
    Raffaella

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  2. Ciao, ti leggo da un po', anche se non commento mai... nonostante abbia 20 anni e la maternità non sia proprio la mia priorità in questo istante, tra i blog che seguo molti sono dei mamy-blog.

    Proprio di recente una blogger che seguo raccontava del suo parto in casa con tutti gli annessi e connessi, della bellezza, della tranquillità, ecc ecc...e poi è dovuta scappare in clinica con la bambina che alla nascita presentava dei problemi!

    Io la penso come te, è vero che gli eventi possono prendere la piega sbagliata in ogni dove e in qualsiasi condizione, però... perché collaborare col destino per far andare male le cose? E non posso non darti ancora ragione per quel che riguarda la squallida idea di pagare l'affetto e l'aiuto di una mamma-santona, sono certa che per la maggior parte delle donne, anche per quelle più sole, qualcuno che stia loro vicino c'è sempre, che sia madre, una zia, una collega, un'amica...
    E in ogni caso se proprio vogliamo prendere esempio dalle signore scimpanzè: la maternità è natura ed istinto, non credo loro paghino qualcuno per farsi assistere prima, dopo e durante la maternità! no?

    Un saluto, Nina*

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    1. Giusto Nina, l'idea di avere una doula potrebbe anche essere buona ma è il fatto di doverla pagare che proprio non mi convince.A meno che non si tratti di una cifra simbolica. E' una questione di principio.

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  3. Copio e incollo ciò che hai scritto:

    "A volte penso che chi fa queste scelte non si è mai trovato di fronte a certe situazioni nella sua vita e quindi le compie perchè non sa..non immagina quello che potrebbe accadere."

    e aggiungo: ma perchè certa gente non pensa a divertirsi, a uscire con gli amici, a bersi una birretta, eh????????

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    1. Mah, ti dico solo che la persona dell'associazione con cui sono entrata in contatto, in questi giorni era impegnata nel dare lezioni di attività circensi..non so se mi spiego..altro che birretta!!

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  4. Quando ho letto il titolo pensavo di trovarti incantata da queste pratiche... Mi trovo assolutamente daccordo con te, su tutta la linea. L'ultima, quella della placenta, personalmente mi fa rabbrividire.

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    1. Prima di iniziare con la nostra ricerca di un figlio non avevo quasi mai messo piede in un ospedale, non avevo mai assunto la pillola nè preso più di un analgesico per far passare un malditesta. Non sono mai stata una fanatica del farmaco o del ricorso al medico ad ogni costo. Ma quello che ho letto sui siti di queste associazioni sulla "nascita naturale" ha poco a che vedere con quello che avrei scelto anche prima di ricorrere alla PMA. Per quanto riguarda i brividi, alcuni filmati che mostrano i genitori che lavano il sangue placentare nel lavandino del bagno..ti farebbero rabbrividire ancora di più.

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  5. Post davvero davvero interessante!!!
    Io le cose che so sul parto in casa le so dalla mia amica...alcune mi sono sembrate più sensate, altre meno.
    So che lei era assistita da due ostetriche, una era la stessa con cui aveva fatto accompagnamento in ospedale al primo parto.

    MI ha raccontato anche tutta la teoria della placenta...e li però ho iniziato a ridere. Non ho resistito.
    Le ho anche chiesto se avrei dovuto portare un regalino anche alla placenta, dopo la nascita.
    La placenta...no...suvvia!

    Io non so se ci sarà mai un mio parto, ma di una cosa sono sicura.
    Non mi interessa che mi assista un'esperta di aromaterapia o una che allatta da 10 anni ilfiglio ormai adolescente. Voglio qualcno che sia esperto.
    Ostetrica? Perfetto. Ginecologo? Ottimo.

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    1. Sul sito di una di queste associazioni ho visto la foto di una mamma che allattava due bimbi contemporaneamente..tra l'altro,piuttosto grandicelli. Mi sembra un'ostentazione inutile e di cattivo gusto. Ma cosa vogliono dimostrare queste donne?Ok, allattare è una cosa naturale ma credo che sia importante vivere quel momento in intimità. Mi sembra un controsenso promuovere la nascita naturale e poi sbattere in prima pagina e su internet le immagini di queste donne con le tette al vento..Tra parentesi, allattare questi semi-adolescenti per me crea dei mostri e ho l'impressione che risponda più ad un bisogno delle madri che dei bambini.

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  6. Anche io avevo letto molto su queste pratiche fricchettone. La lotus birth sinceramente l'avevo subito archiviata come cazzata. Sulla doula invece sono meno categorica. Ovviamente non condivido riti religiosi e pseudoreligiosi, e ho riso in faccia anche all'ostetricha che consigliava i fiori di bach per i dolori del travaglio. Però una persona che mi avesse accompagnato tra fine gravidanza e puerperio, con magari qualche conoscenza specifica di puericultura e allattamento (che sarà anche naturale, ma non per tutte banale). E comunque io ho partorito in un ospedale dove il rapporto madre-figlio non era molto rispettato, ma la scelta è stata dettata dalla presenza di rianimazione neonatale. Non so se ripeterei questa scelta sinceramente. Ma in sunto direi che siamo sulla stessa lunghezza d'onda.

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    1. Una figura di accompagnamento alla maternità sarebbe utile. Lo vedrei come un servizio garantito dalla ASL o dai servizi sociali, anche tramite associazioni di volontari,se in Italia avessimo un welfare che funziona ma questa è pura utopia. Non credo assolutamente che l'allattamento sia banale..non ne ho esperienza ma so che possono esserci un'infinità di problemi/dubbi che le mamme si trovano spesso ad affrontare da sole e sarebbe importante che, in un momento così delicato, trovassero tutto il supporto di cui hanno bisogno. Permettimi però di avere dei dubbi sulla validità/utilità di una "certificazione all'attamento"..questo proprio no.

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  7. Io sicuramente farò scelte diverse però sul parto in casa non sarei così categorica. Se la gravidanza è normale e un ospedale non è lontano (cosa comunque richiesta, mi sembra debba trovarsi a non più di 15 minuti da casa) Non sono così contraria o almeno credo che ogni donna debba fare la sua scelta in piena responsabilità. D'altronde non vuol dire partorire sole ma sempre con due ostetriche.
    Per il lotus birth ne avevo letto e mi sembra una cosa inutile, una specie di moda per fare le cose naturali ma poi il troppo stroppia in ogni cosa!

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    1. Cara, le ostetriche non credo siano in grado di fare cesarei d'urgenza (che a volte diventano necessari anche quando si pensava che non lo fossero).E se dopo il parto, il bambino avesse bisogno di essere rianimato, il tempo necessario per arrivare in ospedale potrebbe essere fatale..anche se l'ospedale fosse distante solo 15 minuti. Personalmente non lo farei, neanche nel caso di una gravidanza fisiologica e sotto i 35 anni.Poi, certo, ogni madre deve poter scegliere liberamente e secondo coscienza.

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  8. Buona sera.

    Non voglio partire in quinta, cercherò di essere più moderata possibile :-)

    Proprio quando mio figlio aveva qualche giorno, nato in modo "naturalissimo", era da un po' che leggevo un altro blog abbastanza famoso, quello sul diritto all'epidurale. Con sincera motivazione ho firmato la petizione affinché l'epidurale sia un diritto inalienabile e che il dolore del parto sia riconosciuto a tutti gli effetti e meriti quindi di essere alleviato. Allo stesso modo appoggio quindi le donne che vogliono il cesareo.

    La proprietaria del blog POI ha cominciato a parlarmi con un po' più di rispetto, almeno ha smesso di chiamarmi strega. Credo che una volta mi abbia addirittura chiesto scusa.


    Insomma io appoggio il diritto a partorire come si vuole.

    Mi volete quindi spiegare perché per voi non è lo stesso? Qual è il vostro problema se una partorisce appesa agli alberi? Certo, ci sono dei rischi ma se una li vuole correre.... Mi sembrate troppo paternalistiche, nascondendovi dietro la scusa del "povero bebé, che ha fatto di male per meritare di essere trattato così"....

    NO! Una mamma non pensa mai in modo egoistico al parto come un vezzo o per vantarsi con gli amici o per aderire ad un movimento new age-hippie perché si pe fumata il cervello! Pensa sinceramente di fare quello che è meglio per suo figlio.

    Ok saranno delle suonate che fanno i canti armonici mentre partoriscono.... e allora?!

    Ok, saranno delle matte che allattano fino a 5 anni.... e quindi?

    Vanno in giro per una settimana con la placenta nello scolapasta: cavoli loro!

    A me non cambia niente e non mi metto a criticare o a ridere dietro chi si fa l'epidurale perché va "contronatura", abbiamo la scienza dalla nostra ed è giusto usarla. Non la guardo come una derelitta perché non ha avuto il parto perfetto che ho avuto io. Non la giudico meno madre, madre di serie B, non la giudico proprio.

    Ma soprattutto -ripeto- non cambia il flusso della mia vita.

    Io sono biologa, ho lavorato anni in un laboratorio, non credo in niente, spero con le mie ricerche in farmacologia di aver fatto la mia parte per avere una medicina migliore di cui anche voi avrete dei benefici.

    Però ho partorito in casa, consapevole perfettamente di quello che facevo. Sono stata formata credo meglio di in un qualunque corso pre-parto dell'ospedale, dalla mia ostetrica-caporale che mi ha fatto sudare 10 camicie durante gli allenamenti.
    Gli ospedali mi mettono molta ansietà.

    Partorire in casa non è una pratica frikkettona, ma una pratica normale che è sempre esistita (qua in spagna l'associazione dedicata ha 25 anni!) e sempre esisterà.
    Non è qualcosa da Terzo Mondo.

    Ha la stessa dignità che partorire in ospedale.

    Mi fa male leggere di come giudicate chi ha fatto una scelta come la nostra, come se avessimo voluto rischiare per puro gusto ai limiti umani e non amassimo nostro figlio come lo amate voi (ammesso che ce lo abbiate un figlio)

    Non capisco poi questi schieramenti, tra l'altro anche tra le mie amiche che hanno partorito in casa quando dico che ho firmato a favore dell'epidurale dicono che "non dovrei stare con il nemico".... nemico??!!

    Dalle vostre parole io non mi sento presa sul serio come una persona che ha fatto una scelta consapevole e serena per il proprio figlio, ferisce essere guardate come delle dementi ..... chi siete per farlo?

    Ogni tanto penso che sia solo invidia oltre ad una certa dose di superiorità.

    Saluti

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    1. Primo punto: non credo di avere usato parole come "strega" o altre parole offensive nei confronti di chi ha fatto la scelta di partorire con metodi naturali, quindi non sento di avere mancato di rispetto a nessuno a differenza di te, permettimelo, che entri nel mio blog utilizzando (tu si) parole non certo delicate

      Secondo punto: questo è il mio blog dove esprimo il mio punto di vista e non credo di avere mai detto che non debba essere lasciata la libertà di scelta alle donne su come partorire o crescere i loro figli. Ho detto, semplicemente, che io non farei questo tipo di scelta, riflettendo sui motivi di tale scelta. Ho detto anche che le mie opinioni sul parto dipendono molto dalle mie esperienze personali (e familiari).Se c'è libertà, permetti che possa beneficiarne anch'io?

      Terzo punto: Stai sicura che non provo nessunissima invidia nei tuoi confronti nè nei confronti di tutte le madri che allattano i figli fino a 10 anni o partoriscono appese ad una liana. Lo ammetto, non le capisco, ma me ne faccio una ragione. La notte riesco comunque a dormire sai? E non "rido loro dietro" nè le considero "dementi" perchè non è nel mio modo di essere.

      Quarto punto: non ti invidio neanche per le amiche che hai..

      Quinto punto: secondo me dovresti fare un pò di yoga e se proprio le scelte (e le opinioni) altrui non ti "cambiano il flusso della vita" non dovresti scaldarti tanto.

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    2. Per Deshna: Credo non ci sia altro da dire in merito, non tornerò più sull'argomento. E' evidente che la pensiamo diversamente. Ti invito a rivedere il tuo stile comunicativo perchè dare dell'ignorante a una persona (nel commento che non pubblicherò, facendoti un favore), non è un buon punto di partenza per una discussione. E' anche poco coerente per chi si proclama una persona che rispetta gli altri. Buona fortuna.

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    3. ti ho scritto in privato: tu non vuoi pubblicare il commento perché mette in luce la tua mancanza di conoscenza sulla gestione del parto in casa.
      tu non sai (ignori) le strette regole che ci sono per partorire in casa.

      Partorire in un ospedaletto di provincia (con meno di 1000parti/anno) a 40 km da un ospedale grande (con 3500 parti/anno) è rischioso o più rischioso che partorire in casa. Il parto in casa viene concesso a chi si trova a 10 minuti da un grande ospedale: succede qualcosa si è subito assistiti, cosa che non si può dire per chi è in un ospedale piccolo e senza TIN, rianimazione, pediatra, anestesista fisso e si ritrova il figlio trasportato in eliambulanza chissà dove, mentre la madre rimane là. Questo succede in ospedale, la stragrande maggioranza delle donne del Modenese (io sono di là) non partorisce al policlinico, ma in piccoli ospedali (Sassuolo, Mirandola, Finale, Vignola) lontanissimi dal Policlinico. Loro pure stanno rischiando e non danno una "chance di vita a sti figli".
      Non sono più responsabili di chi partorisce in casa, solo perché stanno in ospedale.


      Dipingere il parto in casa come fai tu, come se fosse preso alla leggera, denota ignoranza, che non è un'offesa, è semplicemente dire che non sai come funziona tecnicamente l'autorizzazione per assistere al parto domiciliare. Potrei dire che per me partorire a mirandola è un atto molto sconsiderato, perché è un ospedale piccolo e senza mezzi per scongiurare una disgrazia. Il massimo che farei a Mirandola (e che mi è successo) è farmi mettere i punti per un taglio, poi non c'era nemmeno la fisioterapia specifica e sono andata privatamente. Questi sono gli ospedali italiani.


      Poi puoi continuare a non essere d'accordo sui motivi per cui una partorisce in casa, e allora se vuoi saperlo entra nei forum dedicati, con donne che dopo una terribile esperienza ospedaliera hanno fatto il secondo figlio in casa, ci sono i modi per saperle le cose, ma tratta con dignità chi fa una scelta semplicemente diversa, senza guardarla dall'alto in basso o come per dire "stre freak".

      E pubblica il mio commento, senza problemi.


      Detto così è meglio?

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    4. Il motivo per cui non ho pubblicato il tuo commento era, semplicemente, che non condivido il tuo modo di comunicare. A questo serve la moderazione! So bene che non è possibile per tutte partorire in casa (non lo è sicuramente per chi ha una gravidanza a rischio..e ci mancherebbe). Questo non significa che sia privo di rischi..sul fatto che sia più rischioso partorire nei piccoli ospedali permettimi di dissentire. Preferirei, comunque, partorire in un ospedale dove si possa intervenire d'urgenza (quantomeno ci sarà un chirurgo? Oppure a Mirandola ne sono privi?). Comunque, ripeto, è la mia opinione. Potrei raccontare anche altri motivi che mi spingono a parlare come parlo del parto in casa; comunque non mi sento di condividere con te. Se poi vuoi fare un post sul tema, sul tuo blog..libera di farlo! Tu credi di non essere una persona che tratta gli altri dall'alto al basso? Forse dovresti rileggerti. Ho già sottolineato che molte scelte si fanno sulla base della propria esperienza, tu parli di donne che hanno avuto una brutta esperienza con il parto in ospedale e hanno scelto di partorire il secondo figlio in casa. Personalmente, ho altre esperienze che non mi farebbero mai considerare questa possibilità. Chi ti dice che io non abbia mai visitato i forum dedicati? sei un pò troppo presuntuosa e, in fondo, molto diversa da quella che vuoi far credere di essere. E con questo, credo di aver detto tutto. Vorrei dedicare le mie energie ad altro, per cui,andiamo oltre..tu sul tuo blog e io sul mio.

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    5. Come ti dicevo, il fatto che ci sia un chirurgo all'ospedale di Mirandola non cambia la situazione: non può intervenire se non ci sono i mezzi e se lo fa, lo fa a suo rischio, se il bimbo ha bisogno della TIN e a mirandola non c'è sono pure cavoli suoi se compie operazioni pericolose e ci rimette il bimbo o la mamma. E ti assicuro che carpi sta a 26 km, Modena a 40 km e non c'è ambulanza che tenga.Diciamo che l'ospedale di Mirandola è sempre stato un po' sfigato, alcuni miei amici sono nati per errore in Lombardia, nel Mantovano perché era più facile che andare a Modena. Purtroppo in questa situazione si trova la maggior parte degli ospedali italiani, dove le italiane partoriscono. Vedo poi che le future mamme sono più interessate al colore delle pareti e la menù, al rooming in/ out che a dettagli come la TIN e rianimazione ti dico davvero, come se non si preoccupassero (facendo le corna ovviamente) delle complicazioni che possono sempre avvenire: chi partorisce in casa invece è molto più consapevole del rischio che corre, bada di più a questi dettagli.

      Ad ogni modo guarda, problema risolto: dopo il terremoto l'ospedale di Mirandola ha riaperto a metà (già c'era poco, ora non c'è niente, 4 radiografie) e non c'è più Ginecologia. Ora sarà obbligatorio partorire a Carpi e Modena per buona pace di amici e parenti che avranno meno intimità,più strada da fare, ma dove è davvero garantita la chance di vita ai piccolini.

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    6. Mi dispiace per le mamme di Mirandola. Personalmente farei attenzione a tante cose..compreso il numero di cesarei praticati dall'ospedale in rapporto al numero totale di parti, documenti che è facile reperire on line, così come il livello di classificazione dell'ospedale. Preferirei anche spostarmi dalla mia città, se necessario. Poi ognuna, come dicevo, è libera di fare le sue scelte, compresa quella di optare per l'ospedale con le pareti rosa o azzurre.Più o meno consapevolmente, in tutti i casi. Poi, come sappiamo, qualunque sia la scelta, ci vuole sempre anche una buona dose di fortuna. Accade, purtroppo,anche nei migliori ospedali, che i bambini o le madri possano morire, per un cesareo non praticato in tempo o per mille altre complicazioni.

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  9. Io sono l'esempio della pessima madre che "non sa a cosa può andare incontro" che ha scelto di fare un parto in casa, accompagnata da due osteriche, affiancata da mio marito che ha "partorito" con me. abbiamo addirittura fatto il Lotus, con tutte le immagine raccapriccianti che hai evocato, e una volta secca abbiamo sepolto la placenta in campagna, sotto ad un ulivo. Durante il parto mio figlo aveva un giro di cordone attorno al collo e un arto anteposto. L'ostetrica è intervenuta con dolcezza e decisione, e lui è nato senza riportare segni di sofferenza, e io senza bisogno di nemmeno un punto. In ospedale, come minimo, mi sarei beccata l'episiotomia (in alcuni ospedali la fanno addirittura in via preventiva. E se pensate che "tanto son pochi punti, che saranno mai", si vede che non v'è capitata). Il parto e i giorni subito successivi, come tutti i mesi a seguire, mi hanno trasmesso una carica, una forza, una sicurezza invidiabile. Ovviamente questo può essere possibile anche in ospedale...ma non SOLO in ospedale! e poi non sottovaluterei tutte le pratiche ospedaliere che servono a rassicurare medici e l'ansia delle madri insicure, ma non credo abbano per priorità il benessere del bambino.

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    1. Non ho mai detto che chi partorisce con metodi naturali è una pessima madre. Ripeto: personalmente non farei questa scelta ma questo non significa che io consideri chi la fa, consapevolmente,una madre "di serie B", come è stato detto sopra. Anche il parto in ospedale ha i suoi rischi e lo sentiamo troppo spesso al telegiornale. Si può morire di parto anche assistite dal migliore ginecologo e nel migliore ospedale del mondo. Magari, però, si ha qualche chance in più in caso di complicazioni. La mia esperienza mi porterebbe a scegliere di essere assistita in ospedale, questo non significa che non sia cosciente dei casi di malasanità (io stessa ne sono stata vittima).
      Sono contenta che tu abbia vissuto la nascita di tuo figlio come avresti voluto che fosse.

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